La storia del piccolo Virgolino – Anno 2012

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La storia del piccolo Virgolino – Anno 2012

Una mattina mi sveglio e ricordo di aver sognato il piccolo Virgolino (un bimbo di cinque anni, sano e forte,vivace e dal sorriso coinvolgente, chiamato così per i suoi riccioli ribelli), come in una foto: tra Papa Wojtyla e il volto di una giovane e solare fanciulla che mai avevo visto prima (fotografia di cui vedete la giusta interpretazione).

Era circa il 10 febbraio del 2006, ed erano passati alcuni mesi dalla morte di Papa Giovanni Paolo II, al che pensai: “Che bello, Virgolino è sotto la protezione dell’amato Papa, ma questa ragazza chi sarà?”. In me rimase stupore e gioia al tempo stesso. Solo dieci giorni dopo il piccolo contrae all’asilo il virus della varicella, e tre giorni dopo, inspiegabilmente, inizia ad avere un simil-ictus per cui deve ricorrere alle cure di una sala di rianimazione. Furono ore interminabili di angoscia. Due giorni dopo, fuori di quella sala, alle luci dell’alba e nel silenzio di una domenica mattina, su una sedia trovai la foto di una giovane ragazza dal volto luminoso; la presi e iniziai a leggere: “Chiara Luce Badano, Serva di Dio”.

Era un’immaginetta con la storia di questa ragazza, salita al Cielo a causa di una grave forma di tumore. Inizialmente non focalizzai, ma dopo un po’ mi ritornò alla mente quel sogno. Sì, era proprio lei la giovane e solare fanciulla del mio sogno. Seppur nell’angoscia della gravità della situazione, una strana e incomprensibile gioia mi invase. Ovviamente per me quello fu un segno grandioso; pensai subito a un miracolo, ma in seguito realizzai che il miracolo stava nella serenità con cui gestivo la situazione, sebbene difficile e triste. Con lei e come lei riuscivo a ripetere il mio sì a Gesù!

Passarono ore e giorni drammatici. Il bimbo continuava a essere intubato e nessuno capiva cosa gli succedeva. Una settimana dopo lo si trasferì all’ospedale infantile Bambin Gesù di Roma. Intanto Virgolino incominciava a riprendere conoscenza finché, all’improvviso, ecco un altro simil-ictus. Nuovamente in rianimazione; i medici dichiarano il caso un vero e proprio rompicapo: in qualsiasi direzione si procedeva con le indagini, mai alcun riscontro o novità positiva.

Nel frattempo voglio “indagare” su Chiara Luce; scopro il sito www.chiaralucebadano.it e contatto, via fax, la vicepostulatrice della Causa di beatificazione, mandandole un breve racconto su come era avvenuta la conoscenza di Chiara Badano, anche se a me piace definirla così: “Chiara Luce ha scelto Virgolino per stargli vicino!”.

   Venni subito contatta da Mariagrazia Magrini; seguì successivamente una sua visita all’ospedale di Pavia. Tra noi è nata una bella amicizia, tanto che non c’è volta di un passaggio suo con Mons. Maritano al Sud, nella mia città, ch’essi non vengano a trovarci e a esprimerci la loro vicinanza e il loro affetto.

I giorni passano, ma il piccolo continua a stare male ed è sempre in sala di rianimazione. C’è però una strana coincidenza: in quei giorni ricorreva il primo anniversario della scomparsa di Papa Wojtyla e io ebbi la possibilità di vivere quell’avvenimento in Vaticano. Fu un’emozione straordinaria: la veglia in piazza S. Pietro, la folla commossa…  Ed ecco un pensiero improvviso: “Se non fosse accaduta questa tragedia io non avrei mai vissuto la bellezza di questo momento”…. Non so quanto può apparire inopportuna questa mia considerazione, ma c’è stata ed è per me inspiegabile. Qualcuno ci aveva presi per mano e portati fino lì!

Continuo a voler conoscere Chiara e leggo il libro Di luce in luce di Mariagrazia Magrini, scoprendo sempre più le meraviglie di questa fanciulla e la beatitudine con cui aveva saputo vivere i suoi momenti di malattia, e pensai: “Forse me la si vuole porgere come esempio”.

Virgolino non migliora: altri episodi di simil-ictus gli distruggono le facoltà psicomotorie; si cercano disperatamente pareri di luminari, e sempre con l’incognita di non riuscire a riconoscere la sua malattia e i sintomi. Anzi, sostenevano sempre e unicamente questa tesi: “Il piccolo, difficilmente riuscirà a superare questo momento”.

Da allora sono passati sei anni e l’unica cosa emersa dalle indagini è un difetto della catena respiratoria mitocondriale, per cui ha portato un accumulo di energie, di conseguenza, gli stroke-like (episodi ischemici). Non esiste una cura, solo vitamine che aiuterebbero l’attività respiratoria dei mitocondri, quindi dei palliativi.

Virgolino ha perso tutte le facoltà motorie e cognitive acquisite; non interagisce, non sorride, ma dallo sguardo e dall’intensità del respiro si evince la sua grande carica emotiva e la voglia di vivere.

La condivisione di questa storia è per me un grazie silenzioso a Dio che ho scoperto come Padre attraverso i beati Papa Giovanni Paolo II e Chiara Badano.

A proposito, il 25 settembre 2010, ce l’abbiamo fatta ad assistere alla beatificazione di Chiara: anche Virgolino e la sua mamma, facevano festa.   Anna R.- Foggia

 

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