Impegni e benefici della fede
La fede è una virtù soprannaturale, quindi effetto della grazia di Dio; ma è, insieme, un atto umano. Spinto dall’amore, Dio ci rivela le conoscenze necessarie affinché possiamo unirci a lui come figli.
Da parte nostra, diventiamo credenti nell’aderire al suo progetto sottomettendo a Dio la nostra intelligenza e volontà, animati dalle sorgenti della grazia, ossia dalla preghiera, dalla riflessione sulla parola di Dio e dalla partecipazione fervorosa ai sacramenti. Grazie a queste risorse impariamo a esercitare assiduamente la fede sia nel dialogo con Dio come nel modo abituale di pensare e di amare, di decidere e agire: “Riceverete la forza dello Spirito che scenderà su di voi, e mi sarete testimoni […] sino ai confini della terra” (At 1,8).
In effetti la fede deve rafforzarsi per resistere a molteplici prove, come le sofferenze, malattie e disgrazie, ma anche la diffusa indifferenza religiosa, la dilagante immoralità, il relativismo nell’intendere i valori morali.
Tra i doveri del credente vi è anzitutto l’impegno di conoscere e accogliere ciò che Dio ha rivelato: “Noi crediamo tutto ciò che è contenuto nella parola di Dio, scritta o tramandata, e che è proposto dalla Chiesa come divinamente rivelato” (Paolo VI).
Si rende doverosa la fermezza nella nostra adesione a ciò che Dio ha rivelato: non solo nel dialogo con chi non è credente, ma anche in presenza di eventi dolorosi.
La fede esige inoltre fortezza nel respingere risolutamente teorie e opinioni contrarie alla rivelazione divina. Oltre a contrastare il male bisogna accrescere il bene, impegnarci a diffondere le verità rivelate, dedicarci con generosità all’educazione cristiana in famiglia, operare nella catechesi, nei gruppi e movimenti ecclesiali, nei rapporti di amicizia e nei mezzi di comunicazione sociale.
Infine è compito del cristiano attivarsi nel praticare costantemente l’amore fraterno, poiché “la fede si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5, 6).
Se è impegnativo il nostro contributo alla diffusione della fede, ci incoraggia la constatazione dei grandi benefici che provengono a coloro che svolgono questa missione.
Infatti, aderendo alla fede impariamo a vivere in dialogo abituale con Dio. Siamo spronati a pentirci dei peccati commessi, a cambiare l’intero orientamento della vita.
Non ci sentiamo più soli, poiché Gesù ci ha assicurato: “Sono con voi tutti i giorni” (Mt 28, 20). E ci attira a consolidare l’unione: “Rimanete in me e io in voi” (Gv 15, 4).
Diventa allora spontaneo il valorizzare le varie componenti del nostro vivere: pensieri e sentimenti, desideri e progetti, decisioni e comportamenti. Gesù ci invita a imitare i suoi esempi, a compiere per amore la volontà del Padre nella certezza di essere immensamente amati da lui e nell’intento di ricambiarlo moltiplicando gli atti di affetto filiale.
Il cristiano che vive fermamente la fede ammira la santità di Dio, la sua misericordia e provvidenza. Si sente in dovere di manifestargli profonda gratitudine e ripone in lui piena confidenza, fiducia e speranza.
Impara a pregare con fervore, si nutre abitualmente della parola di Dio e apprezza il grande dono dei sacramenti. Accetta con umiltà e pazienza i sacrifici quotidiani e si esercita ad affrontare con serenità e docilità gli eventi sgradevoli nella convinzione che contribuiscono a farci crescere nell’amore.
Chi si sforza di crescere nella fede si esercita a riconoscere in ogni essere umano un fratello amato da Dio, a non ricambiare il male e a diffondere il bene.
Sperimentando il valore di questi benefici, il credente non può non avvertire il bisogno di invitare il prossimo a condividere il tesoro della fede.
† Mons. Livio Maritano