L’Amore è il valore più alto
L’amore è il valore più elevato, esprime addirittura Dio stesso. Nella sua paternità Dio mira a far partecipare gli esseri umani al suo amore.
Conosciamo dalla psicologia dell’animo umano che quando un affetto autentico viene a trovarsi di fronte a un ostacolo -ad esempio quando una mamma deve affrontare una malattia o una disgrazia del proprio bimbo- raccoglie tutte le forze di cui dispone per superare quell’impedimento. Ciò facendo, il suo affetto cresce in intensità e fortezza.
Ebbene Dio si avvale delle situazioni, degli avvenimenti e degli stati d’animo che comportano ai suoi figli difficoltà e dispiaceri per aiutarli con la sua grazia ad affrontare quegli ostacoli e così progredire nell’amore verso di lui e verso il prossimo.
In primo luogo valorizza i sacrifici connessi all’osservanza dei doveri: la pazienza nel collaborare con temperamenti difficili, l’esercizio del perdono, l’impegno a non ricambiare il male, o ancora, la fatica del lavoro o del servizio, la lotta contro l’intemperanza o l’impurità… Inoltre si serve della sofferenza non causata dal soggetto, come malattie, sventure, lutti, ecc.
Le finalità a cui mira Dio nel chiederci l’osservanza di doveri non gratificanti o di accettare contrarietà e sofferenze sono quelle di purificare il nostro difettoso modo di amare lui e il prossimo, per egoismo, orgoglio, calcolo, come pure l’intento di rafforzare la nostra generosità ed elevare in noi il livello della dedizione di amore verso di lui e riguardo ai fratelli.
Gesù ci ha dato l’esempio di compiere per amore la volontà del Padre affrontando rifiuti, ostilità, delusioni e umiliazioni, spinto dal desiderio di ricambiare l’amore del Padre, nella ferma fiducia della sua bontà, ed insieme stimolato dall’anelito di procurare il bene dell’umanità, soprattutto la salvezza.
Così hanno operato Maria SS., S. Giuseppe, Simeone e Anna, nelle vicissitudini della natività. Ed è il medesimo impegno che Gesù ha chiesto ai discepoli e quindi a noi: “Se uno vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24).
† Mons. Livio Maritano