Maria, noi e lo Spirito Santo

Luce d'Amore - Onlus

Maria, noi e lo Spirito Santo

 

 

 

Circa l’orientamento del culto della Vergine: ci sembra utile un richiamo all’opportunità che in esso sia dato adeguato risalto a uno dei contenuti essenziali della fede: la persona e l’opera dello Spirito Santo”. Così, san Paolo VI, nel 1974 nella sua enciclica sul rapporto tra Maria e la comunità cristiana individuato nel momento più alto e sorgivo della vita ecclesiale: la liturgia.

La Pentecoste ne diventa il momento fontale. Racchiusi nel luogo amico dove Gesù aveva vissuto la Pasqua del suo popolo e si era dato, fino al suo ritorno, come nutrimento e coraggio della missione per tutti, presi da inconscia paura, ogni icona si ritrova attorno a Maria.

Quello Spirito, che l’aveva resa feconda nel dare al mondo il Salvatore, lo Spirito che l’aveva sorretta sotto la Croce a diventare Madre della nuova umanità che Giovanni incarna, quello stesso Spirito, come fuoco sta operndo un nuovo battesimo, quello di Cristo; sta operando un nuovo linguaggio che riunisca le tante lingue in quella sola che supera Babele e apre a un nuovo umanesimo capace di perdono, costruttore di pace, guaritore dei tanti modi che affannano la testa, portatore della bella e buona notizia, il Vangelo che vince la paura, affronta il futuro, scrive una storia nuova, rinnovata dall’Amore.

È dunque determinante la presenza di Maria in quel giorno, Pentecoste, nel quale siamo nati come popolo della Nuova Alleanza che come il popolo ebraico portava le primizie del primo raccolto nella Terra in cui Dio l’aveva condotto, così noi, nella liturgia offriamo le primizie, il dono del nostro essere e diventare cristiani, del nostro essere Chiesa: gente che il vento dello Spirito raduna, convoca dalle nostre solitudini perché i tanti chicchi diventino pane, gli acini d’uva diventino il Corpo di Cristo per la fame e sete del mondo del nostro oggi. Proprio come Maria, riconosciuta Santuario dello Spirito Santo.

Scrive ancora papa Paolo VI che è proprio “considerando la presenza della Madre di Gesù nel cenacolo” (At 1, 12-14; 2, 1-4) che la comunità cristiana ha approfondito nel suo divenire la ricchezza spirituale del rapporto Maria – Chiesa, fino al Vaticano 2° quando Maria sarà riconosciuta e acclamata: Madre della Chiesa. È in questo filiale rapporto che si radica “l’intercessione della Vergine per ottenere dallo Spirito la capacità di generare Cristo. Proprio come prega Sant’Ildefonso: «Che io ami Gesù in quello stesso Spirito, nel quale tu lo adori come Signore e lo contempli come Figlio».

Guardando alla vita ecclesiale di oggi in cammino verso il Sinodo che raccoglierà, dopo anni in cui tutti siamo stati coinvolti, i vescovi di tutto il mondo come in una nuova Pentecoste per riaffermare le necessità di oggi, in un mondo che si divide e contrappone, di essere uniti, di affrontare insieme la nuova evangelizzazione.

Sarà insostituibile e gigante la presenza di Maria, l’umile ancella del Signore, pronta al servizio nell’amore e nella gioia che porta con sé.

Vedremo da tutto il mondo i giovani riunirsi attorno al Pietro di oggi, a Lisbona. Sono loro il seme che Dio pone nel campo dell’umanità, il lievito di risurrezione per un mondo che si fronteggia non per unirsi ma per contrapporsi. Ci sarà bisogno dello Spirito che fa cantare alla Chiesa di oggi il Magnificat nella certezza che Dio innalza gli umili e abbatte i superbi, per sempre.

Penso a Chiara Luce e allo Spirito che l’ha resa forte nella prova e che proprio nella sconfitta della vita nel tempo, guardando a Maria, sognava il suo sposalizio eterno con il Signore.

“Non si può parlare di Chiesa se non vi è presente Maria, la Madre del Signore, con i fratelli di Lui” (Paolo VI).

Sempre Paolo VI affermava anche per noi: “Si tratta di percepire più distintamente che l’azione della Chiesa nel mondo è come il prolungamento della sollecitudine di Maria. In lei, nello Spirito che l’ha animata la Chiesa trova coerente continuità nella sua ansia materna, perché tutti gli uomini giungano alla conoscenza della verità (1Tim, 2, 4), nella sua cura per gli umili, i poveri, i deboli, nel suo impegno costante per la pace e per la concordia sociale, nel suo prodigarsi perché tutti gli uomini abbiano parte alla salvezza.

Riguardo l’icona della Pentecoste ricevuta in dono in un importante anniversario del mio ministero. Sovente ho visto solo gli Apostoli sorgente della varietà dei ministeri e carismi nella Chiesa e dunque anche del mio.

Sovente si dà per scontata la presenza di Maria, vedendola senza guardarla ma è determinante proprio, anche oggi nell’essere Chiesa del Signore perché in lei e così in noi, concretamente si evidenzia come agisce lo Spirito, quello che fa nuove tutte le cose”.

Don Ezio Stermieri

Fonte: Credere all’Amore Maggio 2023 – Edito da Luce d’Amore ONLUS