Solennità Annunciazione del Signore

Luce d'Amore - Onlus

Solennità Annunciazione del Signore

Hai trovato grazia presso Dio”

 

Fu veramente una straordinaria grazia, quella del giorno dell’Annunciazione; è un giorno che segna l’inizio di un avvenimento, di una realtà che non avrà mai più fine. Perché Dio ha voluto unire a sé nel figlio una natura umana, così strettamente da costituire un solo io, una sola persona, attribuendo quindi un’importanza e un valore a tutto ciò che Gesù, nella natura umana, compirà. Soprattutto quando ha detto, nella lettera agli Ebrei: “compiere la volontà di Dio con un amore così intenso, reso perfetto come dice la stessa lettera al punto da meritare il perdono di tutte le colpe dell’umanità. E questo grande servizio compiuto da Gesù è l’inizio di tutto il cammino di coloro che seguono Gesù perché ha meritato per loro la riconciliazione con Dio, il diventare figli di Dio, il progredire nell’imitazione del figlio che Dio ci ha presentato affinché noi lo imitassimo e attraverso questa santificazione ha meritato di concludere nella piena unione con Dio da parte di noi se lo seguiamo; un’unione perfetta con Dio nel condividere la sua santità, la sua verità, il suo amore, la sua pace, la sua gioia.

Grande disegno che non finirà più perché per sempre Dio sarà unito in Gesù alla natura umana. E la Vergine santissima ha avuto il grande onore, ma ha anche assunto il grande impegno di compiere la volontà di Dio così chiaramente manifestata dall’angelo Gabriele. Ha detto il suo sì, non l’ha detto soltanto a titolo personale; in quel sì vi è la risposta della natura umana, dell’umanità intera, lo dice san Tommaso: Maria nel suo “eccomi” ha parlato a nome di tutta l’umanità. Quindi ha espresso anche a nome nostro il sì che diciamo al grande dono che Dio ci ha fatto in Gesù Cristo, un dono che richiede a noi di guardare all’esempio di Maria e capire da lei qual è la giusta risposta.

Come ha risposto la Vergine Maria all’annuncio di quella volontà di Dio? Non è che Dio l’abbia consultata per prendere una decisione; la decisione è presa dalla Trinità Santissima. Alla Vergine e all’umanità chiede la sua adesione, il suo sì, la prontezza dell’eccomi, la volontà di unire la propria libertà alla grande scelta che Dio ha compiuto per la salvezza di tutti noi. E la Vergine come risposta ci ha dato una splendida testimonianza di fede, una fede nella quale noi dobbiamo riconoscere quanto Dio chiede a ciascuno di noi.

La Vergine sente un’indicazione chiara da parte dell’angelo Gabriele e non pretende di conoscere più ampiamente quello che Dio sta per fare, non chiede se il Messia che deve nascere sarà come viene pensato dalla maggioranza del popolo ebraico, come un uomo grande, un uomo potente, un uomo che avrà un grande potere sociale o politico come liberare la Palestina dal dominio dei Romani, …non chiede alcuna di queste cose. A poco a poco scoprirà che il Messia, figlio di Dio, sarà ben diverso da come lo si immaginava.

La Vergine ascolta con attenzione il messaggio dell’angelo, ma si sente tanto piccola dimostrando il chiaro esempio della piccolezza evangelica, piccola perché molto giovane, perché di condizione umana molto umile, perché quindi non poteva disporre di grande esperienza, perché prima di ogni contatto con le persone che contano dovrebbero esserci le condizioni necessarie per poter svolgere un compito così elevato. Non si ferma però dinnanzi a queste constatazioni: le basta la certezza che è Dio a prendere questa decisione, e quello che Dio vuole è sempre il bene. Non può scegliere ciò che non è bene, allora merita il suo assenso ed è giusto darlo di buon grado e per amore; perché Dio è Amore, il dono che lo compie per Amore e la risposta al suo dono deve essere ancora una risposta d’Amore. Grande esempio di fede, le basta capire che è Dio a chiedere per rispondere il suo eccomi ed è insieme una grande testimonianza di fiducia in Dio, una fermissima fiducia che la induce ad abbandonarsi al volere di Dio, all’amore che è proprio di Dio, senza trepidazione; lei poteva pensare a tanti interrogativi che giustamente si presentavano alla sua attenzione; poteva chiedersi: “Ma io sono preparata ad assumermi una responsabilità così elevata? Come potrò essere io madre e educatrice di un figlio che ha un compito così straordinario, inedito, mai visto finora?” A chi ispirare la propria attività se nessuno ha mai dovuto sperimentare un compito così elevato. “Chi mi potrà essere di aiuto? Non è forse prudente che io interponga un periodo di riflessione? Mi consulti, senta persone più esperte di me prima di dare la mia risposta?”.

Non è così. La Vergine Maria non si ferma dinnanzi a questi interrogativi; tronca ogni perplessità e prontamente, con sicurezza, dà l’espressione della sua fiducia e pronuncia il suo “eccomi, si compia in me quello che tu hai detto”. Perché quel Dio che è il Signore del cielo e della terra saprà lui trovare una risposta a quegli interrogativi, lei pone tutta la sua fiducia in Dio. La Vergine si è fidata totalmente e prontamente. Grande esempio per ognuno di noi quando a volte trepidiamo nelle scelte importanti, abbiamo paura, ci facciamo tanti interrogativi perché ci fidiamo più di noi stessi, più dell’aiuto di altre creature che non di Dio. Un insegnamento che deve essere oggetto di riflessione e di confronto per ciascuno di noi. Dopo questo evento noi sappiamo che la Vergine Maria è ritornata più volte riflettendo col pensiero, come testimonia il Vangelo, riflettendo su quello che stava accadendo, la sua fu appunto la prima riflessione umana sull’incarnazione. “Che senso può avere quello che sta accadendo in me?”.

Intanto il concepimento. Maria è però Vergine, promessa sposa, non ha rapporti con Giuseppe, come è possibile che nasca un bambino? Interviene Dio, basta la volontà a Dio per realizzare quello che è indispensabile affinché venga concepita una creatura umana. E si realizza questo fatto straordinario preannunciato da Isaia, come abbiamo ascoltato: “la Vergine concepirà un figlio”. Non solo: lei si interroga sull’identità di questo nascituro, come possiamo definirlo? L’angelo ha detto due cose per aiutarla: ha detto che sarà Santo, cioè appartenente a Dio (così era interpretato il titolo di Santo nell’Antico Testamento), e poi ha detto espressamente che sarà il figlio di Dio. Chissà cosa ha pensato la Vergine Maria sentendo dire questa parola, perché figlio di Dio poteva sembrarle una persona vicinissima a Dio, ma non ancora Dio, perché la Vergine non sapeva ancora nulla della Trinità Santissima, sarà poi a poco a poco che scoprirà quella divinità di Cristo pienamente già annunciata dall’angelo Gabriele. Questa è l’identità di Gesù. Non solo, ma scopre la missione di Gesù: in una parola: lo chiamerai Gesù che vuol dire Dio salva. Allora in definitiva per cosa è venuto Gesù? È venuto per salvare, e l’angelo dirà a Giuseppe lo chiamerai Gesù, infatti egli salverà il suo popolo dai suoi peccati. Ecco un altro tassello della meditazione di Maria: ha capito che la creatura a cui darà la vita sarà incaricata di cancellare tutti i peccati dell’ umanità. Salverà il suo popolo e non solo. Si pensi infatti al vecchio Simeone nella presentazione al tempio che egli è la luce per illuminare le genti dove le genti sono i pagani. Ecco la novità straordinaria di questa pagina del Vangelo.

Qual è lo stato d’animo della Vergine? Lo possiamo cogliere quando nella visita alla parente Elisabetta esprimerà la sua Fede, la sua Gioia, la sua riconoscenza a Dio: l’Anima mia Magnifica il Signore. E poi la gioia: lo Spirito esulta, la Vergine Maria è colma di gioia, la parola di saluto “Ave” probabilmente significava già rallegrati e la Vergine si rallegra di questo grande dono. Il signore le dirà attraverso Simeone che una spada ti trafigge l’animo ma rimane vero che Dio sarà sempre con lei: “Il Signore è con te”. E lei godrà di questa presenza di Dio anche nei momenti più drammatici della sua vita, missione quindi di salvezza che merita questa gratitudine da parte della Vergine, ma anche la riconoscenza da parte di tutti noi.

E allora guardando a questo evento del giorno dell’annunciazione, ci chiediamo quale messaggio deve giungere ad ognuno di noi e, perché no, alla nostra comunità parrocchiale, perché siamo interpellati dalla parola di Dio che ci chiede la stessa cosa chiesta alla Vergine Maria cioè di compiere la volontà di Dio. Questo chiede Dio ad ognuno di noi. Abbiamo espresso prima con il canto del salmo: “si compia in me la tua volontà”. Ed è questa stessa parola che noi dobbiamo pronunciare ogni volta che partecipiamo all’Eucaristia, che cosa avviene nell’eucaristia? Egli affida se stesso al Padre: “non la mia, ma la tua volontà sia fatta”. L’agonia di Gesù, attualizzata nell’eucaristia, è il modo che Dio chiede a ciascuno di noi di partecipare anch’egli con lui. Cioè di unirsi alla Vergine, a Gesù nel dire “si compia in me la tua volontà”.
Sia lodato Gesù Cristo.

† Mons. Livio Maritano